Acquedotto pugliese pronto a investire nel gas


Acquedotto Pugliese (Aqp) risponderà all’avviso pubblico con cui l’Amgas spa di Bari sta cercando soci finanziari in vista della gara d’ambito per la distribuzione del gas nel bacino Bari Nord, il più importante della Puglia. Un’idea lanciata dal direttore generale di Aqp, Nicola Di Donna, cui il cda guidato ad interim dall’imprenditore barese Lorenzo De Santis ha dato il via libera. A prima vista potrebbe sembrare il tentativo di dar vita a una sorta di multiutility, allargandosi dall’acqua all’energia. Ma la Regione, proprietaria di Aqp, non fa i salti di gioia: e dunque probabilmente si tratterà “soltanto” di cercare sinergie industriali con l’azienda del gas del Comune di Bari.

Acquedotto Pugliese non può infatti partecipare all’imminente gara d’ambito, essendo concessionaria di reti a titolo gratuito. Amgas sta invece cercando partner industriali e finanziari per contrastare le multinazionali che puntano alla Puglia per entrare nel nuovo business liberalizzato.

Il vincitore della gara, che avrà la concessione del servizio per 12 anni, dovrà farsi carico non solo degli investimenti necessari per lo sviluppo della rete del gas, ma soprattutto di rimborsare il Comune di Bari per il valore residuo delle reti (40-60 milioni): in totale almeno 100 milioni, soldi che ovviamente Amgas non ha e che non può chiedere al bilancio comunale. Anche Aqp è però una società pubblica: sostiene il suo piano di investimenti con il debito bancario, che ripaga con i flussi di cassa della gestione.

Può l’Acquedotto utilizzare i soldi delle bollette idriche dei pugliesi per finanziare il business del gas? Ovviamente no, dice la Regione: anche perché, se questo avvenisse, poi sarebbe difficile sostenere che Aqp è una società in-house e dunque si rischierebbe di dover andare a gara per la concessione del servizio idrico, che scade il 31 dicembre 2017.

L’iniziativa va dunque letta in un altro modo. Aqp potrebbe discutere con Amgas di attività collaterali, ad esempio per aprire un nuovo fronte di business sull’intermediazione di energia elettrica e gas. Gli impianti di Acquedotto sono infatti energivori, e il costo dell’elettricità incide in maniera sostanziale sulle bollette: si può pensare, quindi, ad una forma di contratto di rete più “morbido”, ma non alla nascita di una sorta di grande multiutility pugliese.

Già nel 2013 Amgas era alla ricerca di un socio per le gare d’ambito: si fece avanti il big 2i Reti Gas (Cassa Depositi e Prestiti), ma il progetto di partnership è naufragato. Stavolta però sembra esserci l’interesse di altri importanti fondi di investimento internazionali, perché la società del gas ha conti in ordine e solido know-how e con il “tesoretto” che gli arriverà dal vincitore della gara, il Comune di Bari potrebbe a quel punto pensare a strategie diverse.


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