Biometano e idrogeno verde, Gruppo CAP porta in Italia il progetto BIOMETHAVERSE

Le transizioni ecologica ed energetica sono le due sfide più importanti che il mondo intero sta affrontando. Le scelte, le iniziative, gli investimenti e le azioni che stiamo facendo avranno conseguenze importanti nella vita quotidiana di ogni cittadino.

L’obiettivo che ci siamo dati, in Europa e in Italia, di abbattere le emissioni climalteranti, sostituendo le fonti di energia derivanti da combustibili fossili per passare a fonti rinnovabili, sta spingendo sia lo Stato, sia il settore privato, a studiare soluzioni di breve periodo, da adottare qui e subito, e allo stesso tempo sviluppare strategie di medio e lungo periodo, che guardino al 2035 e al 2050.

In quest’ottica, Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, fin dal 2019 ha indicato una strategia che punta proprio al 2035, descritta nel Piano di Sostenibilità e che si fonda su:

  • innovazione
  • resilienza
  • capacità di rispondere ai bisogni concreti della comunità che serve.

CAP ha trasformato i suoi impianti di depurazione in vere bioraffinerie, e guarda al futuro investendo in progetti di fotovoltaico e agrivoltaico. Ma proprio seguendo i principi del proprio Piano di Sostenibilità, sta anche lavorando a progetti più ambiziosi, come per esempio BIOMETHAVERSE, sviluppato insieme a diversi partner italiani ed europei, che ha l’obiettivo di produrre biometano e idrogeno verde per contribuire alla transizione green, alla decarbonizzazione e all’indipendenza energetica.

Il progetto, che ha vinto un bando Horizon Europe per un finanziamento dalla Commissione Europea pari a 9,7 milioni di euro, si concluderà nel 2027 e si propone di diversificare la base tecnologica per la produzione di biometano in Europa, con l’obiettivo di aumentarne sia le rese di produzione, sia l’efficienza economica, per contribuire alla transizione green verso un più ampio e diversificato impiego di energia rinnovabile.

BIOMETHAVERSE riunisce 23 partner industriali, associazioni e università provenienti da 8 Paesi europei, che svilupperanno 5 casi studio in altrettanti Paesi, ovvero Francia, Italia, Svezia, Grecia e anche in Ucraina, se sarà possibile. CAP coordinerà il progetto italiano, che svilupperà insieme al Politecnico di Milano, SIAD (Società Italiana Acetilene e Derivati) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) una tecnologia di biometanazione che cattura la CO2 di scarto presente nel biogas e produce biometano sintetico grazie allo sfruttamento dell’idrogeno prodotto in loco da un elettrolizzatore.

BIOMETHAVERSE sarà sviluppato presso l’impianto di depurazione di Bresso Niguarda, uno dei più all’avanguardia d’Europa, e unisce sia la produzione di idrogeno, basandosi sulla tecnologia Power to Gas (PtG), sia quella di biometano sintetico.

La tecnologia Power-to-Gas permette di immagazzinare l’energia elettrica derivata da fonti rinnovabili (fotovoltaico, idroelettrico ed eolico) e di utilizzarla per produrre idrogeno attraverso l’elettrolisi. Idrogeno verde, che può essere impiegato sia per alimentare mezzi di trasporto (alimentati a celle combustibili), sia per produrre metano sintetico, del tutto comparabile al normale gas naturale, ma completamente rinnovabile, attraverso la cattura e la combinazione della CO2.

La tecnologia Power-to-Gas è rinnovabile e pulita, e soprattutto consente di superare il problema di stoccaggio e di continuità dell’energia eolica e solare. Il Power-to-Gas è oggi una delle soluzioni più efficaci per trasformare l’energia elettrica prodotta dalle rinnovabili in un vettore come il gas, stoccabile in quantitativi più elevati e, soprattutto, pronto all’uso senza limiti di tempo e spazio.

La disponibilità di CO2 di scarto, l’impiantistica e il know-how presenti, le disponibilità di superfici per installazioni fotovoltaiche per la produzione di H2 verde, la possibilità di valorizzazione diretta dell’ossigeno di scarto dell’elettrolizzazione, sono solo alcune delle peculiarità degli impianti di depurazione che abilitano la produzione di biometano e permettono di convertirli, come previsto dalla strategia di CAP, in versatili bioraffinerie, sempre più capaci di recuperare materie e produrre energia rinnovabile dagli scarti.

 


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