La crescita sostenibile di Gruppo Hera

Procede spedito il percorso di transizione ecologica di Hera. A dirlo il bilancio di sostenibilità 2022 che descrive l’impegno e i risultati raggiunti dal Gruppo sul fronte ambientale e le ricadute positive delle sue attività sulle persone e i territori serviti. Bilancio che conferma la capacità di creare valore per le comunità del modello di crescita sostenibile adottato dalla multiutility.

Il valore economico totale generato per gli stakeholder lo scorso anno ha superato i 3 miliardi di euro, con:

  • 601,1 milioni andati ai lavoratori
  • 236,3 agli azionisti
  • 151,8 alla pubblica amministrazione
  • circa 1,4 miliardi ai fornitori, dei quali 881 a fornitori locali.

Del totale, più di 2,3 miliardi di euro, pari al 76%, sono stati distribuiti nei territori serviti.

Tra i risultati più significativi, il margine operativo lordo a valore condiviso, ovvero relativo alle attività che generano benefici ambientali e sociali nei tre ambiti della neutralità di carbonio, economia circolare, resilienza e innovazione, salito a 670,6 milioni di euro (+17% rispetto al 2021) pari al 52% del Mol totale. Un andamento in linea con la traiettoria fissata dal Piano industriale, che lo proietta al 62% nel 2026 con l’obiettivo di arrivare al 70% nel 2030.

 

Efficienza, fonti rinnovabili e idrogeno

Uno dei cardini di tale percorso è la transizione e promozione dell’efficienza energetica, con un forte impegno nell’utilizzo di fonti energetiche sempre più sostenibili. Un esempio in questa direzione è la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti, con gli impianti di Sant’Agata Bolognese e Spilamberto, in partnership con la società Inalca del Gruppo Cremonini.

Produzione che Gruppo Hera intende quasi quadruplicare entro il 2030, portandola a 30 milioni di metri cubi all’anno. La multiutility ha raggiunto, con un anno di anticipo, il target di alimentare i propri consumi interni con il 100% di energia elettrica rinnovabile.

Importanti anche le iniziative per lo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico e per la produzione di energia da fotovoltaico. Per quest’ultima, il target è una potenza installata di oltre 90 MW al 2026, che sommata agli impianti installati presso i clienti e alle comunità energetiche che Hera sta contribuendo a sviluppare, arriveranno a quota 150 MW. Gli effetti di questo processo virtuoso si manifestano anche nella riduzione delle emissioni di gas serra, abbattute dell’11,7%, rispetto al 2019, con l’obiettivo di arrivare a -37% al 2030.

 

Superato l’obiettivo Ue nel riciclo dei rifiuti

Risultati importanti sono stati ottenuti anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, fortemente orientata alla rigenerazione delle risorse e ai principi di economia circolare. Nei territori servizi nel 2022 è stato già raggiunto il 57% di riciclo dei rifiuti, superando l’obiettivo europeo al 2025, mentre la plastica riciclata da Aliplast ha superato nell’anno le 79.000 tonnellate, con l’obiettivo di portare tale volume a 150.000 tonnellate al 2030.

 

La tutela dell’acqua

Lo stesso approccio è alla base anche della gestione della risorsa idrica, dove il Gruppo è impegnato sia nel garantire alle utenze la distribuzione di acqua di qualità sia a promuovere il riuso. A testimoniarlo i protocolli siglati con la Regione Emilia-Romagna e i consorzi di bonifica e il progetto sperimentale presso l’impianto di Cesena per il riutilizzo delle acque depurate in agricoltura. Ma la tutela dell’acqua parte già dalla riduzione dei consumi interni, abbattuti dalla multiutility del 20,5% nel 2022, con 315,1 milioni di metri cubi risparmiati dal 2017, puntando ad arrivare a -25% al 2030.   

 

La spinta all’innovazione

Altrettanto cruciale per la tutela risorsa è l’innovazione e la digitalizzazione di reti e impianti, campi nei quali sono stati realizzati investimenti per 102,8 milioni di euro.

A questi si aggiungono gli interventi mirati a:

  1. mitigazione del rischio siccità, come la realizzazione di nuovi pozzi e serbatoi, di interconnessioni acquedottistiche
  2. potenziamento dei punti di prelievo, tra i quali l’adeguamento delle pompe di prelievo dal fiume Po a Ferrara.

Interventi per i quali sono previsti investimenti per 30 milioni di euro al 2026 nel Triveneto e in Emilia-Romagna.

 


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