L’economia torna a smuovere l’acqua

Sono segnali deboli, ma ci sono. Il settore idrico, in Italia, comincia a muoversi nuovamente. Dopo un lungo periodo di stallo, da imputare principalmente all’instabilità normativa degli ultimi anni, al Referendum del 2011 ed ai suoi strascichi nei tribunali amministrativi, le grandi imprese sono in ripresa, e tutto il settore acqua risulta essere più comunicativo e trasparente rispetto alla media delle utility italiane. Nonostante questo, gli investimenti sono pressoché invariati nel 2013 e sono ancora scarsi i miglioramenti in capitoli rilevanti come le perdite di rete e la depurazione.
È quanto emerge dai dati relativi al settore idrico contenuti nell’anticipazione del III rapporto Top Utility – il think tank che monitora e valuta dal 2011 le performance delle 100 maggiori utility in Italia – illustrati da Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, società che ha realizzato lo studio, nel corso del convegno “Il settore idrico italiano tra strategie industriali e finanza”, organizzato dalla stessa Althesys e da Top Utility Analysis, che si è svolto a Bologna nell’ambito di H2O.

Per Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e capo del team di ricercaIl quadro che emerge dal report è quello di un settore riavviato, seppur un po’ lentamente, dall’intervento sui meccanismi tariffari compiuto dall’Autorità dell’energia e il sistema idrico (AEEGSI). I segnali di crescita sono tuttavia ancora inferiori ai livelli auspicati. All’origine vi è, da un lato, la constatazione che il settore idrico necessiti di tempi lunghi, con la conseguenza che gli ingenti investimenti garantiscono ritorni solo nel lungo periodo; dall’altro viene evidenziato il disagio per il legislatore di intervenire – come tenta di fare oggi il decreto “Sblocca-Italia” – in un settore che subisce pressioni emotive, politiche e sociali, specie in un contesto come quello scaturito dal confronto referendario. I dati oggettivi sono insomma in continua negoziazione con la ricerca del consenso.”

Dati economico finanziari – Il 2013 ha visto aumenti dei ricavi per tutte le aziende: si va da +32,7% rispetto al 2012 nel settore idrico per le grandi aziende al +20,8% per le aziende minori.  Nel 2013 il gruppo delle grandi aziende operanti nel settore idrico (fatturato superiore a 100 milioni di euro) mostra un rapporto EBITDA/Ricavi pari al 36,4%, in crescita rispetto al 2012 quando si attestava al 31,4%. Tale valore tende a diminuire per le aziende di media (ricavi tra 40 e 100 milioni) e piccola dimensione (ricavi inferiori a 40 milioni), attestandosi rispettivamente a 23,3% e 24,6% nel 2013. Il ROE è migliore per le grandi imprese, mentre il ROI risulta allineato, con un trend prevalente in miglioramento.

Investimenti – Gli investimenti restano in termini assoluti pressoché invariati. Risultano in leggero aumento (+ 5,8%) nel triennio 2011-13. Se, invece, si rapportano gli investimenti con il fatturato si nota una diminuzione dal 24,7% del 2012 al 21,6% del 2013. Gli investimenti restano mediamente più alti per le aziende più grandi: nel 2013 sono stati pari al 27% del fatturato rispetto al 17,8% delle aziende più piccole. La quasi totalità delle aziende con investimenti relativi inferiori al 15% ha un fatturato non superiore ai 100 milioni di euro. Da sottolineare che il comparto acqua è quello che sta investendo di più (le utility energetiche sono ferme allo 7,3%, quelle dei rifiuti a circa il 7%).

Indebitamento – La situazione debitoria delle aziende di maggiori dimensioni appare più sostenibile sia se parametrata all’equity sia se considerata rispetto alla capacità di generare margini (EBITDA).

Perdite di rete – Nonostante gli sforzi continua ad essere un punto dolente;  le perdite di al 2013 (36.4%) paiono in aumento rispetto ai valori dichiarati dalle aziende nel 2011 (34.5%), con un peso considerevole di quelle amministrative, cioè di collegamenti abusivi.

Depurazione – Si registra un lievissimo miglioramento: nel 2013, l’87% degli utenti sono collegati al servizio depurazione. La percentuale è in leggero aumento (+1%) nel triennio 2011-2013, ma la crescita risulta essere ancora troppo lenta.

Comunicazione – Le aziende idriche  sembrano comunicare meglio rispetto alla media degli altri settori. L’86% delle aziende hanno rispettato gli obblighi di amministrazione trasparente (la media tra tutte le utilities è del 68%), il 57% ha pubblicato i compensi di personale e collaboratori (contro il 43%), il 70% non comunica informazioni ambientali sul sito (contro l’87%), il 26% pubblica il bilancio ambientale (26%).

 

Fonte: Althesys


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