Siccità, ecco i progetti di Gruppo CAP per impiegare l’acqua depurata in soccorso del settore agricolo

Il 2022 è stato uno degli anni più difficili degli ultimi tempi per quanto riguarda le precipitazioni, e sarà archiviato come uno di quelli in cui la siccità si è più fatta sentire degli ultimi 50 anni. Un problema che si inserisce nel quadro degli effetti dei cambiamenti climatici, dell’aumento delle temperature, del rischio desertificazione, che ormai riguarda un quinto del territorio italiano. In questo quadro, la necessità di ripensare la risorsa idrica, considerandola non più inesauribile ma come bene da preservare, si è imposta al centro del dibattito tanto economico, quanto sociale.

 

Le strategie industriali del gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano

Da lungo tempo Gruppo CAP ha posto al centro delle proprie strategie industriali e di investimento la preservazione della risorsa idrica. In primo luogo, attraverso il continuo monitoraggio dei suoi 13mila chilometri di rete, tra idrica e fognaria, migliorando i sistemi di manutenzione e adottando tutte le migliori tecnologie per gestirla. Ma anche applicando lo stesso approccio, fatto di investimenti, ricerca e sviluppo, all’acqua in quanto bene pubblico.

Ecco, quindi, il monitoraggio e la mappatura 3D delle falde, il rilevamento in tempo reale delle perdite e il forte impegno in progetti di economia circolare. In questo senso si inseriscono i progetti per l’impiego di acqua depurata per l’irrigazione. L’acqua depurata costituisce infatti una riserva preziosa per contribuire all’approvvigionamento idrico in moltissimi ambiti. Il flusso di acque reflue che giunge presso i depuratori è di fatto continuo, e può – e sempre più deve – essere considerato una risorsa, una “scorta” controllata, sicura e sempre disponibile, soprattutto nei periodi più secchi.

 

In arrivo un nuovo regolamento

In Italia il riutilizzo idrico diretto interessa oggi solo il 4% delle acque reflue prodotte, perché la normativa che lo disciplina è molto stringente. L’Europa, tuttavia, ha disposto un nuovo regolamento, che semplifica i parametri, differenziandoli anche in ragione delle diverse coltivazioni a cui l’acqua potrebbe essere destinata. Non solo: oltre a essere una riserva idrica, il sistema degli impianti di depurazione consente di produrre acqua arricchita da nutrienti per le colture, come fosforo e azoto. Grazie alla tecnologia di cui sono dotati gli impianti è anche possibile determinare precisamente la quantità di queste sostanze da lasciare nelle acque depurate. La normativa europea verrà recepita nel giugno del 2023. Ma nel frattempo sono molte le sperimentazioni che si stanno attuando.

 

Gli impianti di depurazione di Gruppo CAP

Gruppo CAP gestisce 40 impianti di depurazione nel territorio della Città metropolitana di Milano. Tra questi, 17 impianti offrono un riutilizzo indiretto di parte delle acque depurate (circa il 30%), versando l’acqua nei canali dei consorzi irrigui, e 4 la riutilizzano direttamente:

  • Assago fornisce al Comune acqua per il riuso civile (come il lavaggio delle strade)
  • Basiglio la riutilizza per il verde cittadino
  • Peschiera che la immette nei campi agricoli
  • Bresso che, proprio questa estate ha stretto un accordo con l’Ente Parco Nord Milano per la fornitura di acqua depurata per innaffiare parte del polmone verde grazie a un impianto dedicato realizzato appositamente dall’azienda pubblica.

Ma non è l’unico progetto innovativo che CAP ha sviluppato per sfruttare la grande riserva di acqua che gestisce ogni giorno nei propri impianti. Nell’ambito del progetto internazionale Digital-Water City, che coinvolge 5 città europee (Berlino, Copenaghen, Milano, Parigi e Sofia) e ha l’obiettivo di promuovere la gestione integrata dei sistemi idrici grazie al potenziale dei dati e delle tecnologie digitali intelligenti, l’azienda pubblica ha implementato sei soluzioni digitali per il riuso irriguo di acqua depurata, basata su una app realizzata interamente dai suoi tecnici e ricercatori.

Attraverso queste soluzioni, CAP è in grado di supportare le aziende agricole nel comprendere e quantificare i fabbisogni d’acqua e di nutrienti del loro terreno, e di monitorare la qualità e la quantità d’acqua che si intende erogare, e grazie a un sistema di abbinamento tra domanda e offerta (match-making tool) di operare in real-time per soddisfare le esigenze degli agricoltori.

 

I benefici?

In primo luogo, l’aumento della percentuale di acqua di riuso sul totale dell’acqua impiegata per l’irrigazione, e quindi un risparmio idrico reale e misurabile, la diminuzione di fertilizzanti esterni utilizzati e la diminuzione delle emissioni di CO2, derivanti sia da un migliore uso dell’acqua reflua per l’irrigazione che da un minor utilizzo di fertilizzanti di sintesi.

 


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