SoutH2 Corridor, una grande infrastruttura per l’idrogeno

L’Unione Europea ha assegnato un ruolo strategico nel percorso di transizione energetica e in particolare per decarbonizzare i settori, come l’industria pesante, molto energivori a più alte emissioni. Il target fissato al 2030 è di arrivare a una produzione di idrogeno rinnovabile di 20 milioni di tonnellate, delle quali la metà prodotte nei Paesi dell’Unione e l’altra metà da importazioni.

Altrettanto strategico per il raggiungimento dell’obiettivo e per rendere questo percorso reale è il ruolo delle infrastrutture che devono garantire il trasporto dell’idrogeno. Infrastrutture in molti casi rappresentate da quelle già esistenti e utilizzate per il trasporto del gas naturale, da riadattare per renderle compatibili a quello dell’idrogeno.

 

Il corridoio Sud

In tale opera di adattamento delle infrastrutture esistenti è molto impegnata Snam che non a caso è in prima fila in uno dei progetti più significativi dedicati all’idrogeno: SoutH2 Corridor. Si tratta dell’autostrada del vettore che, attraversando l’Italia, collegherà il Nord Africa ad Austria e Germania. L’idrogenodotto garantirà una produzione di idrogeno rinnovabile in grado di coprire oltre il 20% dell’obiettivo di produzione fissato per il 2030. 

 

Un progetto di interesse europeo

L’infrastruttura è stata candidata lo scorso dicembre come Progetto di Comune Interesse (PCI) in Europa, il meccanismo con i quale l’Unione pianifica le infrastrutture energetiche di interesse strategico transnazionale. E quella dello scorso dicembre è stato il primo appuntamento dedicato tutto all’idrogeno, con più di 147 progetti presentati. In tale contesto il corridoio Sud ha incassato l’appoggio, oltre che del nostro governo, anche di quelli di Austria e Germania per l’alta valenza che possiede.

Valenza che l’opera possiede mettendo in collegamento aree ad alto potenziale di produzione di idrogeno green con potenziale altrettanto elevato di utilizzo. Le prime sono rappresentate dai paesi di partenza del corridoio Sud, Algeria e Tunisia, che godono di un altissimo irraggiamento e di ottime condizioni di vento. In questo modo rendono molto efficace e competitiva la produzione di idrogeno rinnovabile attraverso l’elettrolisi utilizzando la fonte solare e quella eolica.

 

Le aree di utilizzo

Attraverso l’infrastruttura l’idrogeno così generato, oltre a soddisfare il fabbisogno italiano, viene fornito ad altri importanti mercati europei, quali quello della Germania meridionale e dell’Austria. Aree lontane da zone costiere e che non dispongono di risorse energetiche rinnovabili a costi competitivi per la transizione.

In più tali aree, come anche quelle del Nord Italia, hanno un’alta concentrazione di industrie, ma non sono servite dai piani di sviluppo dell’idrogeno che, sempre per via della grande disponibilità di risorse rinnovabili nel mare del Nord, ancora una volta la fonte solare, sono focalizzati sul Nord e il Nord-Ovest del Continente.

 

Riutilizzo delle reti esistenti

Altro notevole punto di forza del SoutH2 Corridor è che si tratta di un’opera per la quale si potrà riutilizzare in gran parte infrastrutture esistenti. Per quanto riguarda l’Italia si pensa di reimpiegare circa il 70% della rete già in esercizio. Inoltre, con l’approvazione da parte dell’ARERA e del governo della linea Adriatica si permetterà al nostro sistema di potenziare i flussi di gas da Sud e di accompagnare poi la crescita del mercato dell’idrogeno.

 

Il consorzio

A presentare il progetto è un consorzio composto da cinque partner. Oltre a Snam, ne fanno parte:

  • le società austriache Tag e Gca, delle quali Snam è azionista
  • la tedesca Bayernets e Sea Corridor
  • una joint venture costituita sempre da Snam con Eni e alla quale fanno capo i gasdotti che, partendo dall’Algeria e transitando attraverso la Tunisia, passano sotto il canale di Sicilia per arrivare a Mazara del Vallo.

Alla realizzazione dell’opera prendono parte in totale oltre 20 aziende. Parte delle quali attive nello sviluppo della filiera di produzione dell’idrogeno rinnovabile in Nord Africa. E parte delle quali impegnate di aggregare la futura domanda di idrogeno per i consumatori industriali.

 


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